24/06/2025
Biofeedback microperimetrico: cos'è e come aiuta a migliorare la visione
Biofeedback microperimetrico: cos'è e come aiuta a migliorare la visione
La riabilitazione visiva con biofeedback microperimetrico è una strategia avanzata per aiutare le persone con patologie retiniche (come la degenerazione maculare senile o l'atrofia geografica) a recuperare una visione più stabile e funzionale. Ma come funziona esattamente questo “allenamento visivo”? Vediamolo passo dopo passo.
Scopri cos'è la microperimetria
1. Scoperta del nuovo punto visivo utile (PRL)
Tutto inizia con un esame microperimetrico che consente di mappare la retina punto per punto. Quando la fovea (la zona centrale della retina) non è più funzionante, il test identifica una zona eccentrica ancora attiva: è lì che il paziente potrà imparare a “guardare” in modo nuovo. Questo punto viene chiamato PRL (Preferred Retinal Locus).
2. Impostazione della seduta
Una volta individuato il PRL, si imposta il protocollo riabilitativo:
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Viene posizionato un target visivo (una piccola luce o un simbolo) in corrispondenza di quel punto.
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Si sceglie il tipo di feedback: acustico (es. un suono che cresce quando la fissazione è corretta) o visivo (es. una luce intermittente).
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Lo scopo è creare un meccanismo di apprendimento per rinforzo: il paziente capisce da solo quando sta fissando nel modo giusto.
3. Allenamento guidato (ampliato)
Durante ogni seduta (della durata media di 10 minuti per occhio), il paziente osserva attentamente il target proposto. L’apparecchiatura fornisce in tempo reale un feedback sonoro o visivo, che guida e corregge la posizione dell’occhio.
Se il paziente mantiene correttamente la fissazione sul PRL, il feedback è positivo. Se invece lo sguardo si sposta fuori zona, il feedback si interrompe o cambia tono, segnalando la necessità di ri-orientarsi.
Questo esercizio agisce come un addestramento neurologico: il cervello apprende gradualmente a utilizzare la nuova finestra visiva. Con la ripetizione regolare, la fissazione diventa più stabile e la visione più nitida e controllata.
L’operatore può anche intervenire per regolare la posizione del target, adattare la difficoltà dell’esercizio, o cambiare la modalità di feedback in base alla risposta del paziente. Il tutto viene sempre monitorato in tempo reale dal sistema.
4. Monitoraggio oggettivo
Durante ogni sessione, il dispositivo tiene traccia dei movimenti oculari e della qualità della fissazione attraverso parametri oggettivi come:
Questi dati permettono di valutare i progressi nel tempo e personalizzare il percorso in base all’evoluzione della risposta visiva.
5. Sedute regolari e risultati misurabili
Dopo circa 6–12 sedute, i miglioramenti diventano visibili:
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La fissazione diventa più stabile
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Aumentano la velocità di lettura e la capacità di riconoscere i volti
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Diminuiscono frustrazione e incertezza legate alla perdita della visione centrale
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Si attiva la plasticità cerebrale, ovvero la capacità del cervello di adattarsi e consolidare l’uso del nuovo punto visivo
Molti pazienti mantengono questi miglioramenti anche a distanza di mesi, con benefici concreti nella qualità della vita quotidiana.
🎯 In sintesi
Il biofeedback microperimetrico non cura la malattia retinica, ma insegna all’occhio e al cervello a usare meglio ciò che resta della vista. È un approccio non invasivo, basato su tecnologia avanzata, dati oggettivi e un protocollo personalizzato.
Ideale per chi ha perso la visione centrale, ma vuole tornare a leggere, riconoscere volti, muoversi in autonomia.
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