09/07/2025
Schema di Hess: uno strumento fondamentale per l’analisi muscolare oculare e la prescrizione prismatica
Schema di Hess: uno strumento fondamentale per l’analisi muscolare oculare e la prescrizione prismatica
1. Introduzione allo schema di Hess
Lo schema di Hess, anche noto come test di Hess–Lancaster, è una procedura diagnostica utilizzata per valutare il funzionamento dei muscoli estrinseci dell’occhio. Viene principalmente eseguito nei casi di strabismo incomitante, ovvero quando l’allineamento oculare varia in base alla direzione dello sguardo.
Questo test è di grande utilità per individuare paresi muscolari, iperfunzioni secondarie e adattamenti muscolari nei disturbi della motilità oculare. Grazie a una rappresentazione grafica semplice e intuitiva, permette di visualizzare in modo immediato le disfunzioni oculari e le eventuali compensazioni messe in atto dal sistema visivo.
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2. Obiettivo e principi
Il test si basa sulla proiezione e percezione di luci colorate attraverso occhiali rosso-verdi. La dissociazione cromatica consente di separare le immagini viste da ciascun occhio, rendendo possibile una valutazione monoculare in condizioni binoculare.
I principi neurofisiologici su cui si fonda sono le leggi di Hering (che regolano la sinergia tra muscoli omologhi dei due occhi) e di Sherrington (che gestisce l’inibizione reciproca tra muscoli agonisti e antagonisti). Il risultato è una rappresentazione grafica in cui si può facilmente dedurre quale muscolo è in ipo- o iperfunzione, evidenziando eventuali deviazioni patologiche.
3. Procedura pratica
Durante l’esame, il paziente si posiziona davanti a uno schermo a circa 50 cm di distanza e indossa occhiali con un filtro rosso su un occhio e verde sull’altro. L’esaminatore illumina uno per volta i punti di riferimento sullo schermo, che il paziente deve “ricopiare” con il puntatore visibile all’altro occhio.
L’occhio con il filtro rosso vede solo le luci rosse, mentre quello con il filtro verde vede solo le verdi. Questo permette di misurare la posizione soggettiva percepita di ciascun punto luminoso da ogni occhio nelle varie direzioni dello sguardo, generando così un doppio schema. L’analisi comparata di questi due schemi permette di localizzare con precisione le alterazioni motorie.
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4. Interpretazione: più che punteggi, un vero quadro dinamico
Lo schema di Hess non è semplicemente un grafico statico, ma un ritratto dinamico e tridimensionale del comportamento muscolare oculare. Un tracciato più piccolo in un’area specifica indica una ipo-funzione muscolare: il muscolo coinvolto è debole o paretico. Il grafico dell’occhio sano, invece, apparirà più ampio, per effetto dell’iperfunzione dell’antagonista che compensa.
5. Il ruolo dell’ortottista
Come descritto anche nel nostro articolo dedicato all’ortottista, questa figura professionale è centrale nella gestione dei disturbi della visione binoculare. L’ortottista non si limita a eseguire test, ma interpreta i risultati e guida le scelte terapeutiche, lavorando in stretta collaborazione con oculisti e optometristi.
Nel contesto dello schema di Hess, l’ortottista è responsabile di:
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preparare correttamente l’ambiente e il paziente,
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escludere condizioni come la cecità cromatica o la soppressione,
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condurre l’esame in modo preciso e replicabile,
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interpretare i dati in funzione della clinica del paziente,
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proporre soluzioni ottiche personalizzate, tra cui prismi compensativi.
La sua competenza si estende anche al monitoraggio dell’evoluzione clinica e all’adattamento delle soluzioni scelte nel tempo, rendendolo un punto di riferimento insostituibile per la riabilitazione visiva.
6. Diagnosi differenziali e integrazione con altri esami
Lo schema di Hess è particolarmente utile nella diagnosi differenziale tra patologie che coinvolgono i nervi cranici (III, IV, VI), fratture orbitarie, miopatie oculari, miastenia gravis e altre condizioni neurologiche.
Viene spesso integrato ad altri test ortottici: cover test, valutazione delle duzioni e versioni, test di Lancaster, test della convergenza, microperimetria. In questo modo, si ottiene un quadro completo del funzionamento binoculare e delle potenzialità di recupero.
7. L’ortottista: prescrittore qualificato di lenti prismatiche
La prescrizione di lenti prismatiche non è solo una formula tecnica: è il frutto di un’attenta analisi clinica che spetta, in prima linea, all’ortottista. Grazie alla sua formazione e alla conoscenza approfondita della visione binoculare, è in grado di scegliere il tipo di prisma giusto, l’orientamento corretto e il valore più adeguato per compensare diplopia e disallineamenti oculari.
Nel nostro centro dieci decimi, l’ortottista:
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valuta la necessità prismatica con test oggettivi e soggettivi,
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effettua prove con press-on prism prima di procedere alla realizzazione della lente definitiva,
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adatta i prismi nel tempo, in funzione dell’evoluzione del quadro clinico,
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guida il paziente nel processo di adattamento, con controlli regolari.
Che si tratti di prismi differenziali, per compensare deviazioni asimmetriche, o di yoked prisms per modificare il campo visivo e migliorare anche l’equilibrio posturale, è l’ortottista a costruire il percorso personalizzato del paziente. La sua azione è essenziale anche nei casi in cui il prisma non è risolutivo, ma viene utilizzato in attesa di una chirurgia o come supporto temporaneo in quadri neurologici.
In altre parole, l’ortottista è il punto di riferimento clinico nella gestione prismatica, capace di coniugare misurazione strumentale e adattamento funzionale in un approccio terapeutico globale.
8. Conclusione
Lo schema di Hess, se eseguito correttamente e interpretato da un professionista esperto, rappresenta uno strumento prezioso nella diagnosi e nella gestione delle disfunzioni oculari di tipo muscolare.
Affiancato da una valutazione ortottica completa e da una prescrizione prismatica mirata, consente di costruire un percorso terapeutico su misura, non solo per ridurre la sintomatologia (come diplopia o affaticamento visivo), ma anche per migliorare concretamente la qualità della vita del paziente.
Presso dieci decimi, grazie alla collaborazione tra ottico, ortottista e oculista, ogni paziente viene seguito in modo multidisciplinare, con attenzione, empatia e tecnologia all’avanguardia.
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